I rilievi, in 
		
modo 
		particolare quelli montuosi, influenzano la circolazione atmosferica su 
		scala locale e, quando sono strutturati in massicci o estese ed elevate 
		catene, anche su scala planetaria.
		Uno degli effetti più eclatanti indotti dall'orografia è l'induzione di 
		una componente verticale nel flusso, altrimenti orizzontale, del vento. 
		In linea di massima le masse d'aria in movimento sono costrette a 
		sollevarsi approssimandosi ai rilievi. Alle correnti ascensionali che si 
		sviluppano sul versante sopravento, fanno seguito quelle discendenti sul 
		versante opposto. In realtà la deformazione nelle correnti aeree è molto 
		più complessa, sia per lo sviluppo di una forte turbolenza, con 
		creazione di vortici specialmente appena sottovento ai rilievi con 
		versanti scoscesi, sia per l'innesco 
		
di 
		quei processi "adiabatici" che si manifestano in tutti i moti verticali 
		nella libera atmosfera.
		L'espansione adiabatica ed il conseguente raffreddamento dell'aria che 
		si solleva possono, inoltre, produrre la condensazione del vapore 
		acqueo, quando l'aria è umida, dando luogo anche a precipitazioni. 
		Massicci fenomeni di condensazione associati a copiose precipitazioni 
		liberano considerevoli quantità di calore latente, riscaldando l'aria ed 
		accentuando così i
 
		moti ascensionali. Questi fenomeni sono spesso innescati dal "forcing" 
		orografico e possono generare "temporali orografici".
		Le correnti discendenti che si sviluppano sul versante sottovento ai 
		rilievi sono associati a fenomeni di compressione adiabatica e 
		conseguente riscaldamento dell'aria. Logicamente, se sul versante 
		sopravento sono cadute abbondanti precipitazioni, l'aria una volta 
		raggiunto il versante opposto, risulterà più calda a parità di quota. 
		Questo fenomeno è una delle cause del foehn (o favonio), il vento 
		caldo di caduta che si manifesta anche a valle dell'Appennino, in modo 
		particolare sul
 
		versante adriatico ("garbino"), ma che raggiunge intensità notevoli sul 
		versante italiano delle Alpi e molto notevoli in Svizzera ed Austria.
		In realtà il "foehn" è prodotto soprattutto dalla discesa di venti 
		impetuosi caldi e secchi verso vallate e pianure che, specialmente nel 
		tardo autunno e nella stagione invernale, sono coperte da uno spesso 
		strato di aria fredda e quindi stabile. Di norma gli strati piuttosto 
		stabili situati nella bassa atmosfera resistono all'impeto delle 
		correnti discendenti, ma quando queste riescono a erodere lo strato 
		stabile presente alle quote più basse, grazie anche alla notevole 
		turbolenza che si sviluppa sottovento alle montagne, si produce un 
		repentino innalzamento delle temperature ed una brusca diminuzione 
		dell'umidità relativa.
		Il foehn risulta ancora più caldo quando, sul versante sopravento, si 
		producono i fenomeni di condensazione sopradescritti.
