Nella prima metà dell’inverno climatico, un VPS (Vortice Polare Stratosferico) prevalentemente intenso ha fornito un fondamentale contributo ad una crescita degli indici NAO (North Atlantic Oscillation) non consentendo il manifestarsi di condizioni idonee per la propagazione verticale d’onda e convergenza di
E-P flux in stratosfera, probabilmente anche a causa di una QBO (Quasi Biennal Oscillation) che, portatasi su valori positivi da alcuni mesi, potrebbe aver sfavorito la BDC (Brewer Dobson Circulation) e la conseguente crescita delle concentrazioni di ozono in area polare.
Anche l’oscillazione intrastagionale tropicale MJO (Madden Julian Oscillation), piuttosto sfavorevole, ha inibito azioni di disturbo della circolazione delle medie ed alte latitudini nord emisferiche.
Col passare del tempo, warming stratosferici asiatici hanno innescato disturbi in graduale accentuazione nel Vortice Polare Stratosferico promuovendo lo sviluppo di anticicloni stratosferici aleutinici, con il conseguente
displacement del VPS. Di conseguenza, nella troposfera nord emisferica si è registrato un abbassamento del fronte polare sul comparto euro-atlantico ed una accentuazione delle ondulazioni del
jet stream, fino al manifestarsi di una profonda saccatura che ha investito pochi giorni fa il nostro Paese con una ondata di maltempo seguita da brusco calo termico.
La tendenza all’instabilizzazione della circolazione stratosferica e troposferica è promossa dal riproporsi di
warming stratosferici sull’Asia orientale e dovrebbe accentuarsi ulteriormente dalla metà del mese corrente con l’entrata in fase 7 e poi in fase 8 della MJO.
Probabilmente si manifesterà un’imponente propagazione verticale dell’E-P flux, con innesco di un SSW (Stratospheric Sudden Warming = repentino riscaldamento della stratosfera polare).
Il Major Warming stratosferico dovrebbe innescare una circolazione artica stratosferica anticiclonica (anti-zonale), con successiva propagazione in troposfera delle anomalie della circolazione stratosferica e conseguente frammentazione del vortice ciclonico polare troposferico in minimi depressionari dislocati a latitudini relativamente basse e conseguente crollo dell’indice NAO (attualmente positivo) su valori decisamente negativi.
L’anomalia positiva della temperatura stratosferica e le correnti anti-zonali, raggiunta la troposfera potrebbero innescare una traslazione retrograda del vortice freddo siberiano verso il Vecchio Continente, convogliando gelide correnti artico-continentali su gran parte dell’Europa, anche con il coinvolgimento del comparto mediterraneo.
Per quel che riguarda l’evoluzione meteorologica nel medio termine nel nostro Paese, alla luce di quanto detto, pare lecito aspettarsi un periodo dai connotati decisamente invernali.
In un primo momento dovrebbero prevalere moderate irruzioni di aria fredda e secca continentale, che umidificandosi sulle acque calde del Mediterraneo potrà attivare fenomeni d’instabilità soprattutto al Meridione, con nevicate sui rilievi a quote abbastanza basse.
Dopo una fase di relativa “tranquillità”, che si avrà probabilmente intorno alla metà del mese corrente, dovrebbe subentrare un periodo più turbolento, con rischio di irruzioni gelide dall’Europa nord-orientale.
Nel contesto climatico stagionale, dalla terza decade di febbraio al mese successivo si assiste mediamente ad un decremento della velocità del VPS di un 4%-5% per decade; il Vortice Polare Stratosferico, quindi, non potrà più tornare agli “antichi splendori”. Inoltre, non è da escludere che il previsto
Major Warming stratosferico possa causare un final-warming
anticipato, facendo sì che il meteo marzolino risulti più “pazzerello” del solito.
Michelangelo Nitti
04 febbraio 2023